Il Dubbio, il quotidiano della società Edizioni Diritti e Ragione s.r.l. promanato dalla FAI Fondazione dell’Avvocatura Italiana e che ha fra le sue finalità la valorizzazione dell’avvocatura e la divulgazione dei diritti di difesa della persona, ha pubblicato un articolo nella rubrica “Il caso” dal titolo “Israele, in carcere la procuratrice che diffuse il video degli abusi sui detenuti palestinesi” che conclude con la seguente notizia che appare di non poco interesse per cui “Fonti anonime hanno raccontato a Haaretz che la giurista aveva evitato di aprire indagini su alcuni possibili crimini di guerra, come l’attacco aereo che il primo aprile 2024 uccise sette operatori della ONG World Central Kitchen, o l’esecuzione di quindici soccorritori gazawi a Rafah, il 23 marzo 2025. In entrambi i casi, avrebbe temuto il «linciaggio mediatico» dell’estrema destra. Ad agosto, durante una riunione, si era detta contraria all’invasione della città di Gaza, sostenendo che avrebbe solo aggravato l’isolamento politico e diplomatico di Israele.”
La vicenda, che merita attenzione e i dovuti approfondimenti si incardina nei risvolti di complessità, anche interna ad Israele e alle diverse posizioni che nelle istituzioni e nella società civile emergono, del cruento e anomalo ultimo conflitto israelo-palestinese che involge ampi dibattiti sulla portata e il rispetto del diritto internazionale e sulle regole di democrazia.